A questo DTM non serve un quarto costruttore

Gerhard Berger, dalle pagine della Gazzetta Dello Sport, da sfogo alle sue fantasie sognando un ritorno di Alfa Romeo nel DTM. Una sfida intrigante ma, allo stesso tempo rischiosa, per la casa del biscione e per la serie turismo più amata in Europa. Dato che non è assolutamente certo che un quarto costruttore aumenti il livello già altissimo del campionato sarebbe meglio lavorare su alcuni aspetti che Aufrecht, in passato, ha tralasciato. E se proprio servisse un quarto costruttore ecco che…

Tanti appassionati vorrebbero un ritorno di Alfa Romeo nelle competizioni in forma ufficiale. La cosa purtroppo è al momento impossibile dato che la casa del biscione non dispone di un reparto corse ufficiale.

L’austriaco sogna un rientro di Alfa Romeo nel Deutsche Tourenwagen Masters già a partire dal 2018 per riportare la griglia di partenza a 24 auto. La casa di Arese ha scritto pagine di storia importanti del DTM dal 1993 al 1996 quando però i rivali si chiamavano Opel e Mercedes Benz. Nulla contro Opel che è stata parte integrante del DTM fino al 2005, Mercedes Benz non scomodiamola nemmeno.

L’internazionalizzazione forzata voluta da Aufrecht e il cambio del nome in ITC nel 1996 hanno sortito come unico effetto la chiusura della serie per le successive tre stagioni.

Dal 2000 al 2005 Audi, Mercedes Benz e Opel hanno dato vita ad un campionato di alta qualità. La serie ha sofferto dal 2006 al 2011 quando Audi e Mercedes Benz sono rimaste in due dopo il ritiro di Opel.

Nel 2012 la rinascita, a Mercedes Benz e Audi si aggiunge BMW creando l’unico campionato dove i tre marchi tedeschi si sfidano in forma ufficiale. Dal 2015, con l’uscita di scena di piloti non all’altezza e l’arrivo di giovani agguerriti si è creata quella che Marco Wittmann ha definito la griglia di partenza più competitiva del mondo.

Nel 2017 c’è stata la riduzione a 18 auto dello schieramento a causa dei costi che sono aumentati per ogni singola vettura visto l’incremento delle prestazioni.

Di ieri l’intervista concessa da Gerhard Berger a Pino Allievi su La Gazzetta Dello Sport che spera di avere la casa italiana al via del DTM 2018. Una qualcosa impossibile da realizzare.

Qui l’intervista completa di Berger a la Gazzetta Dello Sport:

http://www.gazzetta.it/Auto/31-05-2017/berger-marchionne-riporti-alfa-romeo-dtm-200681086418.shtml

Una cosa che tutti dimenticano, o non conoscono, è l’estrema rigidità del regolamento attuale del DTM che rende impossibile la presenza della Giulia Quadrifoglio dato che semplicemente non è omologabile. Alfa Romeo dovrebbe perciò lanciare prima sul mercato una Giulia Coupé e poi investire decine di milioni di € per trasformarla in un vero e proprio prototipo che poco o nulla condivide con la vettura di serie.

In inverno dall’Australia è rimbalzata una voce che diceva di un interessamento di Alfa Romeo al V8SC; allo stato attuale delle cose è molto più facile vedere la Giulia a Bathusrt entro il 2020 che non al Norisring.

Dato però come stanno andando le cose per FCA in F1 la cosa più bella sarebbe rivedere il marchio Alfa Romeo nella classe regina dell’automobilismo. Un progetto in stile Red Bull – Toro Rosso è da scartare perché stiamo parlando di un marchio storico e non di un energy drink, con zucchero o senza fa poca differenza. In poche parole una vera Alfa Romeo, con un suo telaio, un suo motore e, soprattutto, una vera squadra corse, non un junior team della Ferrari.

Il gruppo Volkswagen ha insegnato come due marchi prestigiosi possono correre contro nello stesso campionato in modo leale e sportivo. Se a Marchionne la cosa può sembrare strana chieda a Matthias Müller.

È vero che la maggior parte delle Giulia QV sono vendute in Germania dato che il bollo auto è di circa 250€ l’anno contro gli oltre 5.000 dell’Italia ed è inutile poi dire come Alfa Romeo preferendo la F1 al DTM crescerebbe di popolarità in tutto il mondo, soprattutto in Asia e America. Sembra strano, ma se c’è un paese dove Alfa Romeo non ha bisogno di crescere di popolarità è proprio la Germania.

Massimo rispetto quindi per Alfa Romeo, a cui anche noi di Audicafe auguriamo un futuro luminoso, ma contro Audi, BMW e Mercedes Benz l’unico marchio attualmente Berger dovrebbe sognare di avere sullo schieramento di partenza è… un altro marchio tedesco. Provate a indovinare quale.

Quello che appare quasi certo è che anche nel 2018 e 2019 le auto al via delle gare del DTM saranno 18, 6 per ogni costruttore. La Class One sembra allontanarsi ancora di più, i giapponesi del Super GT spingono per motori turbo e sono contrari al monogomma; i tedeschi non vogliono mollare il 4.0 V8 aspirato e hanno nella fornitura unica di pneumatici uno dei punti fermi. Posizioni che sono impossibili da conciliare.

Questo DTM non necessita di un quarto costruttore. Il vecchio, CEO, Hans Werner Aufrecht, ha spinto per decenni sull’internazionalizzazione della serie e i risultati in alcuni casi sono stati addirittura controproducenti, vedi le gare nella Penisola Iberica, in Cina, Inghilterra e Turchia. Lo zoccolo duro dei fans è in Germania, bene anche le nazioni limitrofe e la Russia. Male tutto il resto.

Berger dovrebbe pensare ad aumentare la base di sostenitori in Germania in primis, l’assenza del Sachsenring e di Oschersleben dal calendario è difficile da spiegare. Questo DTM trova la sua forza nei giovani che negli autodromi, a differenza di quasi tutti gli altri campionati, sono la maggioranza.

Intanto a Berger diamo atto di essere riuscito a trovare un accordo con la ARD per standardizzare l’orario di partenza di tutte le gare, una cosa non di poco conto che mancava al DTM.

In definitiva quello che il DTM deve fare è lavorare su quanto ha a disposizione, un capitale che nessun altro campionato al mondo può vantare. Tre costruttori vanno benissimo. Se proprio Berger vuole riportare lo schieramento a 24 auto in tempi brevi l’unica cosa da fare è aiutare le case a trovare nuovi sponsor. Più facile a dirsi che a farsi ma altra soluzione al momento non c’è.

Stay Tuned!

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Federico Famiglietti • 1 Giugno 2017


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