La Porsche #912 vince la 24h del Nurburgring dopo un finale thrilling

La Porsche torna alla vittoria sul circuito dell’Eifel dopo 7 anni in un finale che in pochi si aspettavano.

Merito dunque al Team Manthey Racing che dopo 135 giri taglia il traguardo con Frederic Makowiecki, protagonista assoluto nell’ultimo stint insieme a Richard Lietz, Partick Pilet e Nick Tandy. Seconda posizione per la Mercedes #4 del team Black Falcon (sponsorizzata SAP) di Adam Christodolou, Manuel Metzger, Dirk Muller e Maro Engel. Chiude il podio l’altra Mercedes del Black Falcon (Sponsorizzata Bilstein), la #5 di Thomas Jager, Luca Stolz, Yelmer Buurman e Jan Seyffarth.

Il potenziale della Porsche si era visto fin dalle Qualifiche, quando Laurens Vanthoor, sulla #911 tagliava il suo secondo ed ultimo giro in 8:09.105 facendo registrare la tornata record per una GT3 nella 24 ore.

Per metà gara l’equipaggio formato da Vanthoor, Kevin Estre, Romain Dumas ed Earl Bamber ha mostrato un passo superiore a tutti. Purtroppo tutti i sogni di vittoria sono svaniti al 66° giro (circa alle h.1,30 di domenica) quando Dumas ha perso il controllo della sua 911 GT3-R al Pflanzgarten su una chiazza di olio. I danni riportati dalla vettura sono stati tanto ingenti da ritirare la vettura.

Nonostante questo, la sorella #912 ha preso il comando delle operazioni e poco prima di metà gara è iniziata una lunga pioggia, che non ha più abbandonato il circuito.

Negli stint notturni di guida sotto la pioggia si sono distinti Metzger, Nicki Thiim (sulla Aston Martin #007) e Daniel Juncadella (sulla Mercedes #47); i quali hanno recuperato tanto terreno sugli altri, rimanendo sempre nello stesso giro leader.

Nella mattinata i team hanno deciso di uscire dalla strategia primaria (cioè il classico pit stop ogni 8 giri), tanto che alla fine solamente Porsche e Mercedes erano nel giro leader. Inoltre la #912 ha dovuto effettuare uno stop and go di 3:32 per aver superato la velocità imposta in uno slow zone, quindi la Mercedes ha agguantato la prima posizione.

Alle h 12.00 (3h e 30 alla fine della gara) è stata esposta la bandiera rossa, perché la nebbia scesa sul circuito ha ostruito la visuale dei piloti. Questo è stato il colpo di scena, perché la Direzione Gara ha previsto un nuovo restart con la cancellazione dei divari per le macchine con lo stesso giro. Quindi ha riacceso tutte le bagarre per il podio: Porsche ha potuto attaccare Mercedes fin dal green flag, mentre per il 3° posto si è accesa la sfida tra l’Aston Martin, e le altre due Mercedes del Black Falcon.

Negli ultimi 90 minuti Makowiecki ha passato Christodoulou; l’inglese è venuto a contatto con l’alfiere Porsche nella prima curva ed è stato bravissimo ad evitare un backflip della AMG, poi nello stesso giro ha urtato il guard-rail nella zona alta del Nordschleife, ma inspiegabilmente nei due giri successivi ha perso qualcosa come 20 secondi.

Nell’ultimo splash a 30 minuti dalla fine le cose non sono cambiate; Christodoulou ha risolto i precedenti problemi di tenuta ma ormai non c’era più tempo. 26 i secondi accusati dall’inglese sotto la bandiera a scacchi.

La sfida per la terza posizione è stata vinta da Buurman, il quale ha prima commesso un errore al restart, poi è stato abilissimo a compiere il doppio sorpasso su Martin (Aston Martin) prima, poi su Haupt (Mercedes). Glu ultimi sussulti sono arrivati quando Martin ha passato Haupt per la 4° posizione, ma ormai Buurman era troppo lontano: 15 secondi li hanno divisi.

La fotografia finale della Top 5 rende benissimo quanto visto in gara: una Porsche che ha meritato il successo; un passo gara notevole, ed una finestra pit perfetta. Obiettivamente avrebbe meritato la vittoria la gemella #911 per la performance dimostrata anche sul giro veloce, se non avesse avuto quel brutto incidente nella notte.

Mercedes altrettanto in forma, specialmente il Black Falcon: ha piazzato tutte e tre le sue vetture nei primi 5 posti. Questo sta a significare che le AMG sono ancora molto veloci sul passo gara e, soprattuto affidabili.

Per l’Aston Martin si tratta di una vera e propria vittoria. L’equipaggio correva in classe SP-9 LG (categoria riservata alle vetture di “vecchia omologazione”), ma arrivare ai piedi del podio e lottare con le macchine di recente omologazione è un buon punto di partenza per lo sviluppo della nuova Aston Martin GT3 che arriverà dal prossimo anno.

Audi R8 LMS #8 (Audi Sport Team WRT), Robin Frijns/Kelvin van der Linde/René Rast/Dries Vanthoor

Una gara molto sfortunata per Audi, la quale era la vettura da battere in virtù della vittoria lo scorso anno. Il Team WRT è uscita di scena al 36° giro (nella serata di sabato) per un contatto con un doppiato, mentre era in bagarre con una Mercedes. Il contatto ha causato la foratura della posteriore destra per concludersi poi con un gravissimo incidente contro il guard-rail. Dries Vanthoor era in macchina, ma è uscito illeso dall’impatto. Sicuramente un incidente di gara; non ci sentiamo di dare colpe al pilota, perché alla sua sinistra aveva una vettura più lenta.

Il Team Land Motorsport invece ha condotto in gran rimonta la prima parte di gara, tanto da recuperare dalla 15° alla 3° posizione. Nella prima mattina però, Kelvin van der Linde ha avuto un’uscita alla Hohe Acht, impattando le barriere con la parte anteriore e posteriore della sua R8 LMS. Il sudafricano è riuscito a tornare ai box, costringendo i meccanici del Land a fare gli straordinari. Dopo soli due giri René Rast ha ripreso la via della pista, vanificando però ogni possibilità di podio e vittoria. Alla fine termina la gara in 6° posizione assoluta

Audi R8 LMS #1 (Audi Sport Team Land), Kelvin van der Linde/Sheldon van der Linde/Christopher Mies/René Rast

Come se non bastasse, prima della bandiera rossa, Chris Mies è uscito al Kallenhard toccando con il posteriore il guard-rail. Anche qui è ripartito, e nella pausa della bandiera rossa, i meccanici del WRT hanno collaborato per sostituire il cambio danneggiato dall’impatto. Giusto sottolineare la grande collaborazione tra team Audi.

Forse il peggio marchio di questa edizione della 24h del Nurburgring è stata BMW. Arrivata con sole tre vetture ufficiali, il Rowe Racing si merita una insufficienza piena, perché non ha mai mantenuto un passo per occupare posizioni di vertice, inoltre nel giro di metà gara le loro M6 GT3 erano già ritirate. L’unica che ha visto la bandiera a scacchi è stata la #102 del Team Shell Helix, comunque in 13° posizione e distaccata di molti giri rispetto ai primi.

 

Risultati completi 24h Nurburgring 2018

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Full Throttle • 14 Maggio 2018


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