[24h Spa] Seconda consecutiva per Porsche, Audi subito dietro. Ma che finale di gara!

E’ stata una 24 ore di Spa semplicemente sensazionale, una delle migliori edizioni mai disputate. Sempre incerta, tanti competitors, una strategia molto duttile e l’insidia della pioggia.

Fantastica! Sotto la bandiera a scacchi possono festeggiare gli uomini del Rowe Racing, che dopo 527 giri hanno visto transitare la loro Porsche #98 sul rettilineo. Il merito nelle ultime fasi di gara è andato tutto a Nick Tandy, vero mattatore dell’ultimo stint.

Come se non bastasse poi, negli ultimi due giri la sua Porsche ha accusato un rumore proveniente dal posteriore. Nell’intervista post-gara, il britannico ha dichiarato di avere una perdita d’olio, presumibilmente dal cambio. Certamente il successo non è stato conquistato solamente da Tandy, ma anche dai suoi compagni in gara, Laurens Vanthoor ed Earl Bamber.

Seconda vittoria consecutiva sulle Ardenne per il brand di Weissach, terza complessiva comprendendo quella del 2010.

Seconda posizione per l’Audi #66 dell’Attempto Racing di Fred Vervisch, Mattia Drudi e Patrick Niederhauser. Ci sarà un po’ di rammarico per non aver acciuffato la vittoria, a soli 4.6 secondi di distanza dalla 911; dall’altro punto di vista però c’è la consapevolezza di un pacchetto equipaggio/vettura nel complesso molto competitivo.

Audi R8 LMS #66 (Audi Sport Team Attempto), Mattia Drudi/Patric Niederhauser/Frédéric Vervisch

Fin dalle prime ore di gara, prima Drudi poi Vervisch, hanno battagliato per le posizioni di testa, fino all’8° ora di gara, quando è stato commissionato uno stop and go, che riguardava delle infrazioni del pit durante la sosta ai box. Pochi minuti dopo viene inflitto un Drive Through per non aver regolato la velocità nella corsia box durante lo stop and go.

Tutto questo gli ha fatto perdere contatto con le posizioni che contano, ma durante la notte, il passo ed una buona gestione con le Full Course Yellow, li ha fatti rimontare fino alla 7° posizione dopo metà gara. Nell’ultimo quarto di gara, si è pensato senza dubbio che fosse in lizza per la vittoria, specialmente alla 20° ora, quando il team è stato molto intelligente a montare le “Wet”, facendo uno stint completo senza soste aggiuntive, rispetto agli altri. Tra la 20° e la 21° ora, il margine sull’Audi #25 in seconda posizione, era di oltre 1 minuto.

Purtroppo poco prima che scoccasse la 22° ora, c’è stato un incidente che ha vanificato il buon passo fino a lì.

Mattia Drudi, Frédéric Vervisch, Patric Niederhauser

Le ultime 3 ore sono state molto complicate da gestire, in special modo l’ultimo pit. Niederhauser non è riuscito a tenere il passo di Tandy, ad inizio stint. Nella parte centrale lo svizzero ha chiuso gran parte del gap, ma non è riuscito a terminare nel miglior modo la rimonta. Seconda posizione finale, migliore Audi del lotto.

Chiude il podio la Porsche #54 del Dinamic Motorosport, con Sven Muller, Christian Engelhart e Matteo Cairoli.

Le prime ore di gara per la vettura, gestita dal team italiano, rispecchiano la griglia di partenza; la 15° posizione. Nonostante Muller e Cairoli siano stati molto incisivi nei loro primi due stint, la classifica purtroppo non gli ha reso abbastanza gli sforzi; infatti dopo 5 ore di gara erano in 16° posizione.

Con il passare delle ore però, sono stati molto tenaci a rimanere nel “lap leader”, e quindi sfruttare il raggruppamento della Safety Car dopo ogni ripartenza. Già a metà gara infatti, la 991.2 GT3-R risultava in 6° posizione, la quale è stata mantenuta fino alle ultime ore. Cairoli poi nell’ultimo stint si è reso protagonista di una grande rimonta; ha sfruttato un’ulteriore Safety Car ed ha effettuato alcuni sorpassi, tra cui quello a Pier Guidi (sulla Ferrari #51) , spettacolare testa a testa all’Eau Rouge. Termina sotto alla bandiera a scacchi con 28 secondi dal primo.

Quarta posizione per la Porsche #12 del GPX Racing di Matt Campbell, Patrick Pilet e Mathieu Jaminet. Una posizione che per il team soddisfa a sufficienza, visto il potenziale espresso in gara. Sempre nelle posizioni che contano fino a 6 ore dalla fine, dove il pit stop non è stato gestito alla perfezione (basti pensare che prima del pit erano in 4° posizione, mentre dopo il pit erano in 8°).

Jaminet però ha potuto sfruttare il caos scaturito nell’ultima ora, effettuando ben 3 sorpassi ai danni di Maro Engel (sulla Mercedes #4), Dorian Boccolacci (sull’Audi #25) e Pier Guidi.

La Ferrari #51 di James Calado, Nicklas Nielsen e Alessandro Pier Guidi gestita da AF Corse, giunta quinta all’arrivo, ha dimostrato un grandissimo potenziale sia su pista asciutta che su pista bagnata durante la notte. Nonostante un inizio di gara non particolarmente brillante, il trio è uscito sulla distanza; guadagnando i primi tre gradini del podio dopo metà gara. Nell’ultima ora Pier Guidi è stato costretto a cedere il passo alla concorrenza.

Sesta posizione per il Sainteloc Racing con l’Audi #25 di Markus Winkelhock, Chris Haase e Dorian Boccolacci. Per loro è stata una strategia difficile da gestire fin dalla prima ora, quando Boccolacci è rientrato ai box prima del previsto, per uscire dalla finestra dei pit. Il team ha avuto difficoltà anche nel gestire la pioggia: durante la notte mentre gli altri hanno continuato con le slicks, loro hanno montato le “Wet”, sperando che potesse aumentare la quantità di acqua che, loro malgrado non è scesa, costringendo ad una ulteriore sosta. Anche nel finale la gestione gomma non è stato sufficiente; a loro discolpa c’è il fatto di aver provato a diversificare la strategia rispetto all’Audi #66, la quale ha montato le “Wet” appena ha iniziato a piovere.

Audi R8 LMS #25 (Audi Sport Team Saintéloc), Dorian Boccolacci/Christopher Haase/Markus Winkelhock

Settima posizione ed ultima a pieni giri, la Mercedes #4 di Maro Engel, Luca Stolz e Vincent Abril. Risulta la migliore Mercedes in gara, ma non è certo il risultato che l’Haupt Racing Team si aspettava. Due Drive Through hanno certamente condizionato la gara; ma nell’ultima fase, con Engel alla guida non è riuscita a dare quel guizzo in più che tutti si aspettavano. Rimane comunque la consistenza nel passo gara dei tre piloti, i quali hanno mantenuto un buon ritmo per tutti i loro stint. 41 secondi di distanza dalla vincitrice.

Ben 3 Porsche, 2 Audi, una Ferrari e una Mercedes in Top7.

Arriviamo come sempre alla questione più triste di una gara: l’analisi dei ritirati che, come ci insegnano le gare endurance sono sempre abbondanti.

Iniziando dalla Mercedes #88 di Raffaele Marciello, Timur Boguslavskiy e Felipe Fraga. Ottimo il ritmo imposto dall’italiano nelle prime tre ore; anche Fraga negli stint successivi si è difeso bene. Purtroppo un problema all’anteriore sinistra durante il 263° giro (prima dell’11° ora) ha fatto alzare bandiera bianca, mentre erano in piena lotta per la prima posizione.

Certamente puntare solamente su due vetture nella Overall, per un Brand come Mercedes, è poco, specialmente quando hai altri 26 contendenti.

Anche la Lamborghini Huracan #63 del FFF Racing Team ha da recriminare parecchio per come è finita la gara. Dennis Lind, nel corso del 371° giro (a circa 7 ore dalla fine), ha perso la sua vettura al Radillion ed ha sbattuto contro le barriere. Il danese ha provato a riprendere la via dei box, ma a Les Combes ha parcheggiato quello che rimaneva della Huracan. Peccato perché Andrea Caldarelli e Marco Mapelli, insieme a Lind, stavano facendo una grande gara. In cerca ancora di uscire da Spa con la vittoria assoluta, ci proveranno l’anno prossimo.

Anche per BMW potremmo fare lo stesso discorso fatti a Mercedes; solamente due vetture con le insidie di Spa, non bastano. Le due M6 GT3 del Walkenhorst Motorsport tornano con un pungo di mosche in mano: oltre ai due ritiri, c’è la consapevolezza di non essere mai stati in gara, se non per qualche ora intorno alla 13° posizione, prima di chiudere anzitempo la gara.

Anche per il Team WRT è stata decisamente una gara no: 3 ritiri su 4 Audi complessive. Lo squadrone di casa lascia l’autodromo di Spa con una grande delusione. La #31, quella più attesa e performante di Chris Mies, Kelvin van der Linde e Dries Vanthoor, ha accusato un problema alla trasmissione nella sesta ora di gara.

Audi R8 LMS #31 (Audi Sport Team WRT), Christopher Mies/Kelvin van der Linde/Dries Vanthoor

La #32 di Charles Weerts, Franz Stippler ed Edoardo Mortara, durante la notte ha avuto un contatto con un’altra vettura, nella percorrenza della curva Bruxelles. La #33 di Rik Breukers, Stuart Hall e Benjamin Goethe, nel finale di gara viene messa a muro al Radillion da Goethe. L’unica sopravvissuta è la #30 di Dennis Marschall, Ferdinand Habsburg e Matthieu Vaxiviere, la quale chiude in quattordicesima posizione.

L’ultima tappa del GT World Challenge si terrà al Paul Ricard, dal 13 al 14 novembre.

 

Risultati Completi

 

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Full Throttle • 25 Ottobre 2020


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