Audi Sport Italia, intervista alla Team Manager Roberta Gremignani e avvio della partnership con Audicafe.it

Dopo avervi fatto conoscere meglio i piloti del team Audi Sport Italia, oggi vi proponiamo un intervista esclusiva ad una donna molto speciale nel mondo del motorsport. Stiamo parlando di Roberta Gremignani, team manager di Audi Sport Italia, che vive le corse da anni con una lunga carriera che l’ha vista e la vede tutt’ora protagonista ricoprendo molti ruoli: da giornalista, a pilota e in fine team manager adesso.

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In Italia per tanti anni c’è stato molto seguito intorno alla competizioni automobilistiche, adesso è la sola F1 a creare interesse, anche se negli autodromi il pubblico va di volta in volta calando.

Come mai in Italia il motorsport non ha un grande seguito come nel resto di Europa tipo Germania e Inghilterra?
“In Europa le gare sono vissute in maniera differente, spesso sono momenti di incontro che servono a passare un bel week-end diverso dalla monotonia. I circuiti si trovano non di rado in posti un po’ sperduti e desolati che non offrono molto altro durante l’anno, e le gare diventano un evento da seguire. Per contro il nostro bel paese offre tantissimo a livello turistico, viviamo in una terra bellissima e piena di cultura tutta da scoprire, gli appassionati di auto possono scegliere di fare altro nei week-end. Altro deterrente alle affluenze nei circuiti sono le nuove tecnologie, vedi lo streaming degli eventi live, che permette allo spettatore di seguire da casa in piena comodità tutte le competizioni che vuole, compresi gli eventi minori. Non nego che queste tecnologie aiutano molti, anche noi addetti ai lavori, ma “ammazzano” effettivamente la partecipazione attiva agli eventi. L’interesse adesso è misurato in contatti e non in biglietti venduti, guardando il lato positivo delle cose, siamo comunque fortunati che la gente continui a seguirci anche se virtualmente.”

In Germania il DTM spopola, i circuiti sono sempre molto affollati e gremiti di fans. A cosa è dovuto?
“Il DTM è un fenomeno particolare, intorno ad ogni gara c’è un contorno molto emozionante e ben organizzato, ma se mi soffermo a vedere una gara, mi accorgo che i sorpassi sono cosa rara, e tutto si gioca nelle tattiche e soste ai box. Si fa più attenzione alla strategia dei singoli team che non alla gara di per se. Punto di forza è il coinvolgimento del pubblico, ma lo spettacolo in pista è poca cosa”

Cosa un pò diversa da quando correva lei, no?
“Io vengo da un periodo completamente diverso, quando la bandiera andava giù e la gara veniva vissuta tutta d’un fiato. Chi arrivava primo sotto la bandiera a scacchi vinceva. Non c’erano soste ai box, cambi pilota o penalizzazioni bizzarre a chi alla gara precedente era arrivato primo. Chi vinceva era bravo mentre chi perdeva non si presentava “al bar” per una settimana. Adesso invece grazie a determinati regolamenti (a volte discutibili), si cerca di dare la possibilità di vincere anche a chi non è proprio tra i migliori, rendendo queste competizioni noiose e poco emozionali. Seguire le gare diventa difficile anche per noi del mestiere, quindi immaginiamo per gli spettatori. Io stessa lo scorso anno durante qualche gara del nostro Filipe Albuquerque mi rendevo conto che facevo fatica a seguire l’evolversi della gara, dovevo stare attenta a troppe variabili.”

Ha fatto il nome di un prossimo protagonista della 24H di Le Mans 2014 con Audi Sport, Filipe Albuquerque. Lui è una vostra scoperta, giusto?
“Si Filipe è una nostra scoperta, o meglio una “creatura” di Emilio Radaelli. Filipe aveva un background nelle formule, andava molto forte, ma si era un po’ diciamo plafonato. Noi l’abbiamo conosciuto per caso ad una gara delle superstar a Portimão (Portogallo), dove gli organizzatori ci avevano noleggiato una vettura apposta per lui, volevano in gara una star locale. Oltre ad essere molto giovane ci rendemmo conto che era anche veramente bravo. Pochi mesi dopo, davanti alla scelta di dover sostituire Dindo che aveva una gara a Road Atlanta con Audi, Emilio Radaelli decise di invitare Filipe Albuquerque, il quale aveva fatto colpo anche sul nostro team.
L’anno seguente lo prendemmo a correre con noi e i risultati ci hanno confermato il suo talento. Giunti a quel punto, Radaelli decise di chiamare il Dott. Wolfgang Ullrich, capo di Audi Sport, indicando Filipe come pilota da prendere in considerazione per le selezioni che Audi Sport effettua per trovare nuovi piloti per i suoi programmi ufficiali nel DTM e con i Prototipi. La chiamata non fu casuale, anni prima Radaelli decise di consigliare un altro talentuoso pilota ad Audi AG, questi era Dindo Capello.”

Se dovesse fare un nome di un pilota giovane e di prospettiva che l’ha colpita, chi nominerebbe?
“Lo scorso anno abbiamo conosciuto il belga Laurens Vanthoor, un giovane che va davvero fortissimo, una forza della natura direi, fa parte di quella generazione di piloti che oltre a saper correre usano anche la testa. Se avrà quel pizzico di fortuna che serve sempre, specie in questo mondo, sarà uno di cui sentiremo parlare molto in futuro.”

Parliamo adesso del team Audi Sport Italia 2014, come nasce la squadra per questo campionato italiano GT3?
“Devo essere sincera, ho ritrovato quest’anno un entusiasmo nuovo, la squadra è giovane, a volte bisogna “cambiare aria” nella vita e questo anno lo abbiamo fatto. Amo le nuove sfide e siamo molto contenti dei ragazzi che compongono il nostro team.”

Dindo Capello lo conosciamo tutti molto bene, oramai in Audi Sport Italia è di “casa”. Del resto dei piloti che cosa ci dice?
“Zonzini è stata una proposta di Dindo, correva nelle formule e come tutti i piloti o quasi che vengono da quella “scuola” spesso hanno una marcia in più proprio perchè guidano vetture più “ruvide” con pochi aiuti da parte dell’ elettronica. Emanuele ha avuto un rendimento superiore alle aspettative, è un ragazzo molto umile che rispetta il suo compagno di squadra e “mentore” Dindo, il quale lo aiuta a crescere e migliorare. Marco Mapelli, altra nota positiva e gradita sorpresa. Sapevamo che era un buon pilota, ha molta esperienza nonostante sia giovane, mi ha sorpreso per la sua lucidità e determinazione. E’ un ragazzo preciso, non lascia niente al caso. Thomas Schöffler invece è un pilota affidatoci da Audi Sport, un prodotto del loro vivaio. L’anno scorso ha fatto molto bene nel GT Sprint europeo. Rispetto a Zonzini e Mapelli è un pò più acerbo e non ha mai guidato nelle formule. Devo dire comunque che sono tre ragazzi d’oro, che ascoltano i consigli dei nostri ingegneri, si confrontano con loro e, cosa importante, hanno i piedi ben saldi a terra. Sono davvero contenta di questo, l’atmosfera all’interno team è splendida. Altra cosa che apprezzo è la profonda stima che tutti e tre nutrono per Dindo, da lui cercano di imparare.”

Marco Mapelli, Thomas Schöffler e il team di Audi Cafè

Marco Mapelli, Thomas Schöffler e il team di Audi Cafè

Il campionato è alle sue battute iniziali, a Misano avete fatto bene, Monza è stata una tappa particolare. Quali sono le ambizioni di Audi Sport Italia per questo GT3 2014?
“Se fai un giro nel paddock e fai la stessa domanda a tutti gli altri team credo che la maggior parte ti risponderebbe che puntano alla vittoria finale. Noi abbiamo dei buoni piloti con molta voglia di migliorarsi e far bene, un team che ha un bel mix di esperienza e basi sulle quali crescere. Il problema per i risultati, a volte (e non parlo solo per il mio team), sono i regolamenti e il balance, che pregiudicano la griglia finale ad ogni gara. Se riuscissimo a gestire meglio i balance come avviene nella EuroV8series ed i vari team si accordassero in maniera equa tra di loro, evitando le interferenze del Bureau tecnico della CSAI, la differenza potrebbero farla i piloti e riusciremo a tenere il gruppo più compatto. Sicuramente uno spettacolo molto più bello da vedere anche per chi ci segue.”

Cosa vi spinge ad andare avanti nel mondo delle corse?
“Ho cominciato facendo la giornalista in F1 ed ero l’ unica donna, poi ho seguito i rally e vi ho anche corso, l’elettronica non era la “padrona” della vettura, ero innamorata di quelle competizioni. Il motorsport è cambiato molto in questi anni, vivo tutto questo oramai come il mio lavoro e basta. Nella mia esperienza ho vissuto le corse quando i protagonisti erano ben altri e il contorno era completamente differente. Adesso, durante il campionato, mi arrabbio molto perchè quando nella vita hai avuto la fortuna di lavorare con grandi professionisti e analizzi determinate situazioni, la differenza la vedi e la “tocchi” con mano, e divento insofferente. Non è per far retoriche, ma le gare di anni fà erano ben altra cosa.”

Ci faccia un esempio, visto che lei ha corso nei rally, che cosa è cambiato?
“I rally di oggi rispetto a quelli di ieri sono mutati radicalmente, i nostri erano un’avventura. Nel “nostro” Rally Costa Smeralda, valevole per l’italiano e per l’europeo, il prologo era lungo come tutto l’attuale rally d’Italia di campionato del Mondo che si svolge anch’esso in Sardegna. Ho vissuto un bellissimo momento, che non può replicarsi, ed è scontato che io veda le cose in un’altra maniera. Per me adesso tutto questo è solo lavoro.”

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Chiudiamo il capitolo pista e ne apriamo un altro per lei molto conosciuto. Quello della scuola di guida Audi.

Il mondo di Audi Sport Italia, è legato a quello di Audi quattro® experience, ma che cos’è Audi quattro® experience?
“Audi quattro® experience esiste da circa 10 anni ed è il nome della scuola di guida di Audi Italia affidata a noi Audi Sport Italia. In questo progetto ci segue anche Dindo Capello, il quale è stato sempre un nostro consigliere ed ha un rapporto speciale con la scuola.”

Parliamo adesso dei corsi di guida sicura Audi quattro® experience, come sono vissuti dai clienti ed appassionati Audi?
“Quando ho iniziato a seguire la scuola di guida Audi di Audi Italia c’era una cultura molto importante nei confronti della guida sicura in Europa, ma quasi del tutto assente in Italia. L’italiano medio si sentiva un grande pilota e ricordo che agli inizi, quando proponevo un corso di guida, la risposta era ti “ti mando mia moglie o mia figlia/o”, quasi come se l’avessi toccato nell’orgoglio. I primi passi sono stati difficili, ma adesso fortunatamente sono tante le persone che si avvicinano ai nostri corsi e tanti che, nonostante i costi, fanno un sacrificio per mandare il figlio/a a fare una esperienza formativa da noi. Spesso facciamo corsi per aziende mirati a quei dipendenti abilitati alla guida delle flotte aziendali, questi vengono svolti periodicamente. Una grande gratificazione è che quest’ultimi a volte, dopo avere provato questa esperienza e avere appreso in prima persona l’utilità dei nostri insegnamenti, ci chiamano per esprimerci le loro emozioni e prenotare un corso per un familiare o amico.”

Alcuni lettori, non hanno ben chiaro cosa accade nei vostri quattro® experience, cosa realmente si fa? la spesa vale il contenuto?
“Ci tengo a sottolineare che i nostri corsi hanno un numero di partecipanti limitato, questo ci permette di gestire al meglio i nostri partecipanti. Con il giusto numero di iscritti divisi in piccoli gruppi, gli istruttori riescono a seguire bene i clienti protagonisti della giornata. Questa inizia con una base di teoria fatta tutti insieme e continua in maniera personalizzata per ogni singolo partecipante con la guida in auto al fine di correggere gli errori di guida pregressi di ciascuno. Bisogna ricordare che con il tempo assimiliamo un nostro stile di guida differente da chiunque altro. Così facendo gli istruttori riescono a sfruttare al meglio la giornata, che in fine risulterà produttiva ed emozionante. Adesso sarà sicuramente più chiaro per tutti.”

La ringraziamo Sig.ra Gremignani per il tempo dedicatoci e per l’interessantissima intervista, sarà sicuramente apprezzata da tutti i nostri lettori.

Con l’occasione di questo articolo ed di questa splendida intervista, annunciamo la neonata partenership tra Audicafe.it e Audi Sport Italia, nata dalla stima reciproca e dalla passione per i Quattro anelli.

Foto: Stefano Ciabattoni

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Yuri Lo Latte • 4 Giugno 2014


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