Audi Sport Italia, intervista a Dindo Capello, tre volte vincitore della 24H di Le Mans

A pochi giorni dalla partenza di una delle gare più famose e ricche di fascino al mondo, la 24h di Le Mans 2014, chiudiamo il cerchio sulla tornata di prime interviste ai piloti del Team di Radaelli/Gremignani.

Dindo Capello è Il pilota Audi per eccellenza, 20 anni di carriera con Audi Sport non è roba da tutti. La sua carriera è costellata di vittorie e successi e tanto sacrifico, il tutto “condito” sempre dalla sua grande umiltà e professionalità. Incontrare e intervistare Dindo Capello per noi di Audicafe.it è stato un onore e un piacere, abbiamo scoperto che “dietro” al pilota c’è un uomo semplice, umile ed alla mano, lontano dallo stereotipo di atleta famoso.

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Tante Vittorie e trionfi, ma all’ inizio la gavetta è stata dura e piena di insidie, l’ incontro con Radaelli e Audi è stato sicuramente fondamentale per la sua vita da professionista.

Il passaggio dalle monoposto alle ruote coperte, segna l’inizio di quella che sarebbe stata la “favola” di un giovane pilota che da bambino “rubava” la macchina al papà per guidarla nei campi vicino casa sognando di diventare un pilota. (Questo particolare Dindo lo ricorda con un grande sorriso).

Per noi di Audicafe.it essere qui oggi davanti a lei è un grande onore, e la ringraziamo per la disponibilità. – così abbiamo esordito prima di iniziare l’intervista.
“Grazie a voi, ma incominciamo dandoci del TU.”

Parte così la nostra chiacchierata/intervista ad un italiano che con tanto sacrificio è diventato un icona nel mondo delle corse e per Audi.

La tua carriera ha le basi gettate circa 30 anni fa, come si vede Dindo Capello fuori dal mondo delle corse.. se ci si vede?
“Le corse sono state la mia vita fino al 2012 quando ho smesso con la 24H di Le Mans e le gare prototipi. Adesso continuo a correre per passione, ma le mie ambizioni da pilota professionista sono finite due anni fa appunto con la mia ultima 24h.”

Adesso quindi che la tua carriera da pilota internazionale termina, quali sono gli scenari che si aprono davanti a te?
“La mia vita rimane sempre legata ad Audi al 110%, sia per la mia attività professionale (concessionario Audi Ufficiale in Piemonte), che al mondo delle corse che mi vedrà non più in veste di pilota, ma con posizioni diverse.”

Quanto ti mancherà tutto questo?
“Sono una persona abbastanza pragmatica, ogni cosa ha un suo inizio e una fine. Ho avuto la fortuna di fare il pilota per tanti anni e ad un certo livello, quindi chiusa l’attività di pilota, se ne apre un altra che è quella delle mie concessionarie, e delle varie attività che svolgo per Audi. Sono contento di ciò che ho fatto, ma adesso guardo avanti.”

Quindi continuerai il tuo rapporto diretto con Audi e Audi Sport.
“Certo per l’ imminente 24h di Le Mans 2014 sarò tutta la settimana li con i miei ex-colleghi e il team, in più seguirò per Audi Sport tutte le gare del WEC. Direi che sono legato a doppio filo alla casa madre ed a Audi Sport.”

Parlavamo delle 24h di Le Mans, una competizione che ti ha dato molto, l’hai vinta per ben 3 volte, che sarebbero state 4 se non fosse per una gomma fissata male. Quest’ anno a portare i nostri colori sul circuito francese c’è Marco Bonanomi come lo vede?
“Purtroppo si sarebbero state quattro, ma le corse sono anche questo. (sorride)
A Marco auguro il meglio per la sua carriera, spero che abbia la possibilità di dimostrare quello che vale.Purtroppo adesso ha solo due gare all’anno per farlo, quindi spero che vada tutto bene, Le Mans è una gara particolare ti può dare tanto, come togliere tanto dopo sole poche ore di gara. Marco però corre per la squadra test di Audi Sport e ha la fortuna di stare in macchina spesso e macinare Km, i nostri tecnici lo conoscono bene e sapranno metterlo nella condizione di dare il meglio di se. Come tutti i piloti anche Marco aspira a lottare in un campionato, io sono un suo supporter ,a Le Mans darà il massimo, faccio il tifo per lui e Audi naturalmente”.

Hai corso quasi tutta la tua carriera per Audi in giro per il mondo, in Italia non hai avuto questa opportunità. Ci sai dare una risposta sul perchè nel nostro paese i bravi e forti piloti non riescono ad emergere?
“In Italia purtroppo da quando il gruppo FIAT ha deciso di abbandonare le competizioni ad alti livelli si è perso molto. Una volta avevamo la migliore scuola rally del mondo, il vivaio sfornava talenti ed alcuni diventavano campioni del mondo. Adesso di tutto questo non è rimasto niente, il gruppo Fiat è Ferrari e basta, e un pilota italiano nel nostro paese non ha nessun tipo di sbocco e deve cercare la sua strada fuori dai nostri confini e credetemi che non è cosa facile.”

Parlavamo anche con la Sig.ra Gremignani che in Italia tutte le competizioni automobilistiche che non sono la F.1 sono “snobbate”, cosa ne pensi? A cosa è dovuto secondo te?
“Prima di tutto manca la cultura per questi eventi, una delle delusioni più grandi della mia carriera è stata quando nel 2008 ero a Monza per correre la 6h (1000km) e le tribune erano vuote. Con Audi eravamo presenti la Audi R10 affiancata ad altri 30 prototipi e dalle vetture GT. Vedere l’autodromo semi-deserto a mio dire è una cosa scandalosa,e li capisci che non c’è la cultura dell’automobilismo perchè, dopo la F.1 una 1000km di Monza è un evento da non perdere per il vero appassionato.”

Dindo, hai vinto molto nella tua carriera, ben tre 24h di Le Mans, al Sebring e corso per i circuiti di tutta Europa dove sei acclamato e riconosciuto. In Italia invece magari ci si ricorda di un pilota solo perchè ha gareggiato in F1 anche senza vincere niente. Non ti da un pò fastidio?
“Un appassionato da noi si ricorda di Patrese o Alboreto, non sa che Liuzzi ha corso in F.1 o che faccia abbia Trulli (un pilota che ha sempre tenuto un profilo basso volutamente). Tutti conoscono Alesì ,e non si sa quanti anni di F.1 abbia fatto Fisichella. In Italia manca la cultura del motorsport, qui per essere qualcuno devi correre e vincere con la Ferrari in F.1 o non sei nessuno. Ti dico questa cosa perchè  Gimmi Bruni su Ferrari GT vince tutto, ma al grande pubblico è sconosciuto. Un peccato ma è la dura realtà.”

In Germania è un po diverso, ce lo puoi confermare?
Certo, un pilota del DTM ha quasi la stessa popolarità di un collega della F.1, ma devo aggiungere una cosa, in Italia non è sempre stato così. Quando correvo nel Super Turismo ed eravamo in diretta per qualifiche e gara eravamo molto popolari e questo è dovuto solo alla televisioni e questo è chiaro. Se si avesse la visibilità su emittenti importanti che ti intervistano e ti rendono visibile allora così le cose potrebbero cambiare.

La nostra voglia di intervistarvi nasce anche da questo, far conoscere agli appassionati Audi i protagonisti del team Audi Sport Italia e avvicinarli al vostro mondo.
“E’ una cosa molto bella e non da tutti, bravi.”

Nel team di Radaelli sei il veterano, se avessi adesso davanti tutti e 3 i tuoi colleghi piloti che consigli ti sentiresti di dargli per la loro carriera?
“Dare consigli non è mai semplice specie adesso. Il nostro mondo pone degli obiettivi difficile da raggiungere, i posti da professionista sono pochi e la concorrenza è molto forte. Faccio l’ esempio di Audi che adesso ha tra le fila molti piloti in gamba che per mantenere il posto devono continuamente lottare con la concorrenza interna e qualla esterna. Quindi non bisogna mai mollare e crederci sempre anche nei momenti difficili e poi un pizzico di fortuna, non guasta mai.”

Grazie Dindo per la bellissima intervista e il tempo che ci ha concesso. E’ stato un privilegio intervistarti e vedere da vicino il tuo mondo e come lavori.
“Grazie a voi e in bocca al lupo per i vostri progetti, e un saluto a tutti i lettori di Audicafe.it”

Ringraziamo il team Audi Sport Italia per la grande disponibilità e per maggiori info riguardo la loro attività vi invitiamo a visitare il loro sito ufficiale.

foto: Stefano Ciabattoni e Audicafe.it

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Yuri Lo Latte • 13 Giugno 2014


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